Presentazione di Eugenio Imbriani
Come afferma l'antropologo dell'Università di Lecce Eugenio Imbriani nella parte finale della presentazione del libro ristampato nel 2015:
.... sono molto lieto che l'editore abbia deciso di proporne una seconda, significativamente nell'anno del centenario della nascita di Stìfani, figura assurta ormai a emblema della musica popolare salentina che in questi anni ha visto moltiplicare il suo successo anche al di fuori dei suoi confini nazionali.
A differenza di altri che hanno visto in Stifani soprattutto uno speciale testimone e un protagonista delle vicende che riguardano il tarantismo pugliese nella sua ultima fase, Inchingolo (etnomusicologo, lo ricordo, formatosi alla scuola di Leydi, e musicista) è entrato nella sua musica, curando le trascrizioni delle registrazioni sonore, dando un taglio analitico all'indagine, studiando la particolare modalità di scrittura musicale "numerica" che il barbiere violinista terapeuta aveva adottato.
Credo che non gli sarebbe stato possibile svolgere questo lavoro senza una prolungata frequentazione dei più importanti esecutori della musica tradizionale locale, da cui ha imparato le modalità di uso degli strumenti fondamentali nella terapia del tarantismo, il violino, la chitarra, il tamburello, l'organetto; Inchingolo ha sciolto brillantemente, in questo modo, un nodo metodologico non secondario: infatti, come è noto, questi autori semicolti inventano le loro grammatiche musicali, e decifrarle, interpretarle è questione intrigante quanto complicata.
Il volume di Inchingolo, malgrado alcune parti estremamente tecniche, o forse, proprio per questo, ha goduto di un decennio fortunato; non mancano i motivi perchè l'interesse che esso ha siscitato finora si rinnovi.